Salvino Boscolo
Salvino Boscolo
Verso il cielo. Immersioni.
16 novembre – 5 dicembre 2019
inaugurazione sabato16 Dicembre alle ore 18:00
Presentazione di Dino Marangon
Galleria Flaviostocco
Borgo Pieve, 21
31033 Castelfranco Veneto (TV)
In occasione del settantesimo compleanno del maestro, la Galleria Flaviostocco è lieta di proporre la mostra: Salvino Boscolo. Verso il cielo. Immersioni.
Da tempo. nelle sue opere, superando ogni passivo mimetismo, Salvino Boscolo invita i fruitori a una esperienza appropriata non solo delle nozioni e dati informativi, ma altresì dei mezzi, degli strumenti e delle modalità che cooperano a realizzare la ricchezza dell’immagine.
È la pittura, con il suo universo di scelte, di significati e di possibilità a consentire all’opera di costituirsi come autonomo frutto di un sempre rinnovato confronto tra gli innumerevoli stimoli offerti dal reale e l’azione demiurgica della soggettività creatrice dell’artista.
Sono tali prerogative infatti, a consentire alle emozioni, alle sensazioni, ai pensieri e alle idee di concentrarsi e di sciogliersi, di ristrutturarsi, di decantarsi e di prendere forma in un sempre nuovo organismo, in sempre nuovi accordi in cui profondità e superficie, sostanza ed esteriorità si fanno comunicanti, in un processo di continua osmosi.
Dopo aver preso spunto dall’ambiente a lui ben noto del fiume Sile, con le sue polle, le sue nascoste risorgive, il suo fluire silenzioso tra le rive folte di radici, di tronchi, di vecchie ceppaie, in un continuo a fondersi e avvicendarsi di sensazioni, stimoli percettivi sempre diversi, ricchi di segreti impulsi simbolici, Salvino, nelle sue opere più recenti è venuto approfondendo le sue indagini sullo scorrere del tempo e sulle molteplici eventualità del vivere,
Sono così venute alla luce le sue “Spiagge”: vaste illimiti distese nelle quali fanno la loro apparizione sconosciute presenze e vanno delineandosi misteriosi percorsi, indecifrabili direzionalità, sentieri imprevedibilmente interrotti.
Non si deve tuttavia ritenere che la pittura di Salvino risulti appagata da riferimenti al solo mondo della natura, non meno importante, e comunque inscindibilmente connesso, è infatti per lui l’impegno culturale e civile.
Profondamente colpito dalle terribili, reiterate notizie delle devastazioni di monumenti, di opere d’arte e di testimonianze storiche che purtroppo continuano a giungere da diverse parti del mondo, eccolo allora dar vita al significativo ciclo de “La bellezza violata”: dipinti caratterizzati come da misteriose scissioni e deflagrazioni di splendidi eloquenti esempi di creatività, ormai perduti per sempre.
Non si tratta tuttavia di attribuire solo ad altri la colpa di queste devastazioni, il male è infatti tra noi, dove va prendendo sempre più piede una pervasiva svalutazione della conoscenza, della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e in particolare delle risorse e delle modalità espressive proprie agli straordinari universi del disegno, della grafica e della pittura, se non addirittura, più in generale, va ormai imponendosi un vero e proprio disprezzo per ogni aspirazione a una formazione culturale vasta, multiforme e criticamente sedimentata.
L’opera forse di maggior impegno della presente occasione espositiva è un’originale omaggio di Salvino a una splendida tela di Giovan Battista Tiepolo: “La virtù e la nobiltà vincono l’ignoranza”, eseguita tra il 1744 e il 1755 per la decorazione di Palazzo Barbarigo a Santa Maria Zobenigo a Venezia e ora conservata nel Museo di Ca’Rezzonico.
Nel raffinato equilibrio della composizione, nella varietà della gamma cromatica, nella fragranza della materia pittorica, oltre che per i significativi contenuti simbolici, la libera reinterpretazione di Salvino si configura, nello stesso tempo, come una esplicita dichiarazione della sua volontà e del suo desiderio di rifarsi alla grande tradizione della pittura veneta, alle sue capacità di incorporare luce, spazio e colore in sempre nuove immagini aeree, aperte, dilatate ed effusive, nelle quali poter immergere i nostri sensi e il nostro animo: tutte caratteristiche che riconfluiranno variamente nel nuovo ciclo di opere “Verso il cielo”, nelle quali Salvino, tramite uno smaliziato uso delle stesure e delle superfici cromatiche e un sempre più sottile e abile impiego delle velature e dello sfumato sembra aprirsi ad una ancor più consapevole fiducia nelle capacità comunicative del dipingere, in grado, nonostante tutto, di farci ancora intravedere sempre nuove possibili occasioni di serenità di gioia.
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